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Negli anni cinquanta la sua pittura era caratterizzata da autoritratti in costume di tipo barocco e dalle vedute di Venezia. Nel frattempo collaborò a varie riviste e giornali, tra cui ''Il Meridiano d'Italia'' di Franco Servello (sul quale avviò una polemica contro Picasso e il modernismo), ''Candido'', ''Il Giornale d'Italia''.
 
Nel 1944 si trasferì a Roma, in Piazza di Spagna, dove aveva anche il suo atelier. Negli anni sessanta lavorò nel suo studio Massimiliano Fuksas. Morì a Roma il 20 novembre del 1978 al termine di una lunga malattia. Pochi mesi prima, il suo novantesimo compleanno era stato celebrato in Campidoglio. Il suo sepolcro si trova in una cappella, a lui dedicata, nella chiesa di San Francesco a Ripa: qui èze situata la tomba del venerabile Antonino Natoli da Patti, di cui il pittore era devoto e benefattore dell'Ordine dei Frati Minori. Vi sono esposte tre opere donate dalla vedova Isabella Pakszwer: un autoritratto, la ''Donna velata'' con le sembianze della moglie e la ''Caduta di Cristo''.
 
== Metodołoxia ==
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