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Le opere che de Chirico dipinse prima della nascita della metafisica erano definite enigmatiche, a Ferrara nel 1917. I suoi soggetti erano ispirati dalla luce del dì delle città mediterranee, ma poi rivolse gradualmente la sua attenzione alle architetture classiche. I lavori realizzati dal 1915 al 1925 erano caratterizzati dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche immerse in un clima di trascendenza e spettralità. Nei vari interni metafisici furono dipinti in quegli anni oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto (ad esempio una barca a remi in un salotto), rappresentati con una minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da sortire un effetto contrario a quello del realismo.
 
Nella sua arte, infatti, si fece sempre più sentire un'originale e romantica interpretazione della classicità e un interesse perpar la tecnica dei grandi maestri rinascimentali. Il pittore russo Nicola Locoff, vero nome Nikolaj Nikolaevič Lochov lo iniziò ai segreti della tempera grassa verniciata. Dipinse, dunque, tele naturaliste ed eseguì numerosi ritratti, con colori caldi ma fermi. Si interessò alla scultura in terracotta e tradusse nella terza dimensione i suoi soggetti preferiti. Continuò a dipingere contemporaneamente opere di atmosfera metafisica e di impianto tradizionale e i colori più usati erano il cobalto, l'oltremare, il vermiglio nelle tonalità squillanti, e svariate tonalità di verde. Molti autoritratti e ritratti, diverse nature morte erano realizzati a tempera.
 
Ritornò periodicamente ai suoi temi metafisici, pur continuando a dipingere nature morte, paesaggi, ritratti ed interni in costante opposizione con le tendenze dell'arte contemporanea. Nel 1917 s'interessò nuovamente alla scenografia dedicandosi alla tecnica della scultura in bronzo che coltiverà perpar tutta la seconda metà degli anni sessanta. Inventò nuove illustrazioni perpar l'''Apocalisse'' da realizzarsi, questa volta, con il metodo della litografia a colori. Continuò a dipingere contemporaneamente opere di atmosfera metafisica e di impianto tradizionale. De Chirico fu anche incisore e scenografo.
 
== L'atività artìstega ==
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!''Statues, meubles et généraux'' (1927)
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|Se durante la visita a un museo di scultura antica entriamo in una sala deserta, ci capita spesso che le statue ci appaiono sotto un aspetto nuovo. La statua eretta su di un palazzo o un tempio, ovvero al centro di un giardino o di una pubblica piazza, ci si presenta sotto diversi aspetti metafisici. Nel caso del palazzo, dove si staglia contro il cielo meridionale, essa ha qualcosa di omerico, un piacere severo e distaccato, con una punta di malinconia. Sulla piazza ha sempre un aspetto eccezionale, soprattutto se poggia su un piedestallo basso, in modo che sembri confondersi con la folla dei passanti, coinvolta nel ritmo della vita cittadina di tutti i dì. Nel museo assume un aspetto oncora differente: ci colpisce perpar quel che ha di irreale.
 
È già stato osservato più di una volta l'aspetto curioso che riescono ad acquistare letti, armadi, specchiere, divani, tavoli, quando ce li troviamo improvvisamente dinnanzi sulla strada, in uno scenario nel quale non siamo abituati a vederli: come accade in occasione di un trasloco, oppure in certi quartieri dove mercanti e rivenditori espongono fuori dalla porta, sul marciapiede, i pezzi principali della loro mercanzia. Tutti questi mobili ci appaiono sotto una luce nuova, raccolti in una strana solitudine: una profonda intimità nasce tra loro, e si direbbe che un misterioso senso di felicità serpeggi in questo spazio ristretto da loro occupato sul marciapiede, nel bel mezzo della vita animata della città e del continuo andirivieni della gente; un'immensa e strana felicità si sprigiona in quest'isola benedetta e misteriosa contro cui si scatenerebbero invano i flutti strepitosi dell'oceano in tempesta.
 
I mobili sottratti all'atmosfera che regna nelle nostre case ed esposti all'aperto suscitano in noi un'emozione che ci fa vedere anche la strada sotto una luce nuova. Una profonda impressione ci possono suscitare anche dei mobili disposti in un paesaggio deserto. Immaginiamoci una poltrona, un divano, delle seggiole, radunate in una piana della Grecia, deserta e ricoperta di rovine, oppure nelle prateria anonime della lontana America. PerPar contrasto anche l'ambiente naturale tutt'intorno assume un aspetto prima sconosciuto.
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La nascita della pittura metafisica avvenne a Firenze nel 1910. I quadri di questo periodo erano memorabili perpar le pose e perpar gli atteggiamenti evocati dalle nitide immagini.
 
Mentre era ricoverato all'ospedale militare di Ferrara nel 1917, de Chirico conobbe il pittore futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a perfezionare i canoni della pittura metafisica: a partire dal 1920 tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista "Pittura metafisica". Questa sarà ispiratrice di architetture reali realizzate nelle città di fondazione di epoca fascista, dove il razionalismo italiano lavorerà anche su forme, spazi e particolari architettonici metafisici (Portolago, Sabaudia ecc.).
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* ''Melanconia dell'uomo pułìtego', 1938
* ''L'oca spiumata'' , 1941
* ''Forgia di Vulcano'' e autoritratto, 1949 - 1950, realizzati perpar la collezione Verzocchi
* ''Ippolito e il suo cavallo'', 1959
* ''Gli Amici Mediterranei'', 1970
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# '''^''' ''Picasso in Italia'', a cura di Giorgio Cortenova, Jean Leymarie, Mazzotta, Milano, 1990, p. 192.
# '''^''' Aa.Vv., ''Giorgio De Chirico. L'uomo, l'artista, il polemico', a cura di Mario Ursino, Gangemi, Roma, 2013, pp. 107–08.
# '''^''' ''FUKSAS'', Area: rivista europea perpar la cultura del progetto, n.131, Novembre/Dicembre 2013
# '''^''' ''FUKSAS'', nella collana ''Lezioni di architettura e design'', Aprile 2016, RCS
# '''^''' Simona Rinaldi, [http://www.fondazionedechirico.org/wp-content/uploads/%E2%80%9CMetafisica%E2%80%9D-11-13_S.Rinaldi_2014_228-241.pdf ''ALL’ORIGINE DELLE RICETTE DI GIORGIO DE CHIRICO''](PDF), su ''fondazionedechirico.org''. <small>URL consultato il 24 febbraio 2016</small>.
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