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===La Val de Zolt===
Di Val di Zoldo si può parlare solo dopo il [[lago di Pontesei]]. La statale, dopo una galleria, sbuca proprio in corrispondenza del capoluogo storico della zona, [[For]]. Da qui una valle laterale porta a [[Zoppè di Cadore]], posto più a monte. Più avanti, dopo aver attraversato alcuni paesini (caratteristica della regione è la presenza di numerose ''ville'' sparse) si raggiunge Fusine, sede del comune di [[Zoldo Alto]] e, portandosi
I rilievi più importanti sono senza dubbio il [[Monte Civetta|Civetta]] (3.220 m), la [[Moiazza]] (2.878) e il [[Pelmo]] (3.168), ma degni di nota sono anche la [[Catena_del_San_Sebastiano|Cima di San Sebastiano]] (2.488), il [[Tamer|Tàmer]] (2.547), lo [[Spiz di Mezzodì]] (2.324), il [[Pramper|Prampèr]] (2.409) e il [[Sasso di Bosconero]] (2.468); sono tutte comprese nelle [[Dolomiti di Zoldo]], [[sottosezione alpina|sottosezione]] delle [[Dolomiti (sezione alpina)|Dolomiti]].
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===Il Medioevo===
Come già detto, anche il primo medioevo è un'età misteriosa e i pochi avvenimenti ricordati sono essenzialmente leggendari. È probabile che sotto i [[Longobardi]] si ebbe un primo embrione del sistema delle [[Regole ampezzane|Regole]], durato sino all'Ottocento.
Solo nel [[1185]] una bolla papale cita per la prima volta lo Zoldano, amministrato dalla parrocchiale di San Floriano di [[For]], alle dipendenze del vescovo di Belluno. In seguito il territorio passò ad [[Ezzelino III da Romano]] ([[1249]]) assieme all'[[Agordino]], e quindi ([[1347]]) agli [[Avoscano]], originari dell'alto [[Cordevole]]. Poco dopo fu la volta di [[Luigi I d'Ungheria]] che lo assegnò ai [[Da Carrara]]. Alterne vicende lo diedero infine a [[Venezia]] ([[1404]]) a cui rimase sino alla caduta della Repubblica ([[1797]])<ref>{{Cita|Bonetti, Lazzarin|p.22}}</ref>.
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