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Il còrso è classificato come una lingua autonoma nel gruppo delle lingue neolatine (sottogruppo: lingue italo-romanze, codice ISO: co) ed è riconosciuta come lingua regionale dello Stato francese. <br/>
Ciononostante essa è strettamente imparentata ai dialetti italiani del gruppo [[dialetto toscano|toscano]] (in particolare ha conservato diverse caratteristiche dei dialetti medioevali) con i quali può per alcuni aspetti essere classificata ai fini linguistici (pur riconoscendo la presenza di un substrato autoctono e uno sviluppo autonomo specie a partire dall'appartenenza politica alla Francia nel [[1769]]). Pertanto la denominazione di "lingua" è ritenuta impropria da alcuni linguisti, che considerano il còrso un dialetto italiano. L'affinità fra italiano e còrso è comunque maggiore rispetto a quella che c'è fra l'italiano e altre lingue parlate nel territorio italiano e tradizionalmente considerate "dialetti", come il [[
==Storia, evoluzione e letteratura del còrso==
Non si hanno molte notizie su quale fosse stato il sottostrato linguistico prelatino degli antichi abitanti della Corsica (le civiltà preistoriche e i torreani) antecedentemente alla conquista romana e alla sua latinizzazione. Quello che è noto sono alcune radici rimaste nei toponimi e nel lessico (KAL/KAR: Calanca, Calacuccia; KOR: Corsica, Corte; TAL/TAR: Taravo, Tallano; TEP: teppa; TAV: Tavignano, Tavera) e che in periodo romano tribù còrse occupavano anche l'odierna [[Gallura]] nel nord della Sardegna (che presenta similitudini anche nei resti archeologici).
Dopo la caduta dell'[[Impero Romano]] e la formazione dei primi volgari la [[Corsica]] presenta caratteristiche linguistiche di tipo conservativo (di cui è rimasto un retaggio nelle parlate della zona meridionale dell'isola).
Dall'XI secolo la situazione è stata fortemente mutata specie nella parte settentrionale dell'isola dal contatto diretto con i dialetti toscani di tipo pisano, anche a seguito degli ingenti tentativi di ripopolamento effettuati dai dominatori [[Pisa|Pisani]] favoriti dalla notevole vicinanza geografica. Dal XIII al XVIII secolo i pisani vengono sostituiti dai genovesi, i quali insediano interi borghi di [[
Il còrso ha sempre avuto fondamentalmente trasmissione orale. La codificazione della stessa come lingua scritta avviene pertanto solo in epoca recente e risente inizialmente del forte influsso italiano e francese. Il primo testo pubblicato in còrso sono le strofe di ''U sirinatu di Scappinu'' nel testo ''Dionomachia'' (1817) di [[Salvatore Viale]] (1787-1861). Nella seconda metà dell'ottocento si susseguono le opere del vescovo di Ajaccio [[Paul-Mathieu de la Foata]] (''Poesie giocose, in lingua vernacola della Pieve d'Ornano''), le ''Cummediôle'' di Petru Lucciana (1832-1909) tra cui ''In campagna, cummediôla in 2 atti'', [[Francesco Domenico Falcucci]] con il ''Vocabolario dei dialetti della Corsica'' (pubblicato postumo solo nel 1915 e che introduce i gruppi ghj e chj a indicare le sonorità caratteristiche delle parlate còrse) e [[Santu Casanova]] (1850-1936) con la collana ''A tramuntana'' (1896-1914). Sorge evidente in questa fase il problema della normalizzazione dell'ortografia della lingua scritta che occuperà i linguisti còrsi per tutto il XX secolo.
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