Difarense intrà łe version de "Ceza (architetura)"

[Version verifegà][Version verifegà]
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Spostada su 'na categoria pi' spesifega
VajotwoBot (discusion | contribusion)
p Robot: Modifeghe esteteghe
Riga 47:
 
=== Basiliche e batisteri ===
Co la libertà de relijon se à ponest anca al problema de come far sù i stabili necessari par la [[liturgia]] cristiana, che la podea esser celebrada in publico. E' stat adotà al model basilical. La [[basilica]] la esistea belche come tipologia architetonica romana, e la ea la funžion de dificio publico, no ligà a la relijon. Al tenpio classico no 'l podea difati ndar ben come model par la cesa cristiana, da' che al era ligà a na relijon pagana e parchè no 'l era funžional da' che no 'l prevedea la fruižion interna de 'l posto da parte de 'l fedel, ma quela esterna.
 
Al edificio basilical, 'te la rielaboražion cristiana, al subiss de le trasformažion no solche funžionai ma anca estetiche. La percorenža la gnen par la gran part longitudinal, co 'l spostamento de la porta principal su 'n lato curt e la localizažion de 'l [[altar]] su 'l lato oposto, da spess dotà de [[abside (architetura)|abside]]. tra la [[navada]] e al altar (al spažio dintorn de 'l qual al gnen ciamà [[prete|presbitero]]) gnen dontada da spess na navada minor trasversal, ciamada [[transet]], che la rende la pjanta de la cesa a sagoma de [[cross (geometria)|cross]].
Riga 90:
Secondo il [[Friedrich Wilhelm Deichmann|Deichmann]], i monumenti cristiani più antichi sono parte della cultura dell'[[inpero Roman|epoca romana imperiale]], poiché la cultura dei primi fedeli non doveva essere diversa o separata da quella dell'ambiente in cui vivevano. I luoghi di culto precedenti la [[Basilica cristiana (architettura)|basilica]] erano, infatti, delle case private adibite allo scopo, che risalgono a prima del [[III secolo]] DC, chiamate ''ecclesiae domesticae'' ("chiese domestiche"), nelle quali soltanto uno o più ambienti erano destinati al culto. Tali ambienti presentavano spesso elementi divisori ed erano forniti d'arredamento mobile che, all'occorrenza, si poteva nascondere velocemente.
 
Secondo la normativa sulle riunioni all'interno di case private, gli incontri si svolgevano sotto la responsabilità del proprietario, il cui nome era indicato nel ''titulus'' (tabella esposta all'esterno dell'edificio). Egli aveva l'obbligo di far sì che non avvenissero disordini e che non fosse arrecato disturbo alcuno alla quiete pubblica. Le ''ecclesiae domesticae'' erano quindi prive di qualunque carattere distintivo e non presentavano uniformità tipologica: per questo motivo le tracce materiali del primo cristianesimo sono molto scarse nel primo secolo e mezzo.
 
Per svariate generazioni l'edificio di culto rimase profano, non consacrato, e l'[[eucaristia]] era celebrata su un comune tavolo privo di qualsiasi carattere sacro. Ma, oltre che dallo stato di clandestinità della nuova religione, questa situazione era originata anche dalla particolare spiritualità del [[cristianesimo primitivo]], un culto non più legato ad un edificio materiale o ad un luogo specifico, ma vissuto nello spirito del singolo individuo e della comunità. Il termine ''ecclesia'' (dal termine [[łéngoa greca|greco]] per "assemblea"), infatti, secondo [[San Pagoło|San Paolo]], indica la comunità dei [[Battesimo|battezzati]], non un "edificio costruito dalle mani dell'uomo".
Riga 133:
==== ''Titulus Clementis'' (San Clemente) ====
 
Un altro complesso cultuale di notevole importanza è quello di [[Basilica di San Clemente|San Clemente]], nella vallata tra il colle [[Oppio (colle)]] e il [[Celio]]. Trattasi di un contesto archeologico molto complesso, con una stratificazione di quattro fasi. La fase che ci interessa è quella che vede, intorno alla metà del [[III secolo]] DC, il riadattamento al culto cristiano di parte di una ''domus'' più antica, nei pressi di un [[Mitreo (architettura)|mitreo]]. La ''domus ecclesiae'' sarebbe riconoscibile nell'ambiente in seguito trasformato nella basilica sotterranea di San Clemente, caratterizzato da una grande sala, probabilmente divisa in due o tre navate da file di pilastri e colonne, comunicante attraverso aperture con l'esterno dopo aver attraversato cortili e portici. Lo sviluppo architettonico di quest’ambiente portato alla luce dagli scavi fa supporre che l'edificio sia identificabile col ''titulus Clementis'', di cui parlano gli Atti dei [[sinodi]] del 499 e del 595.
 
Nel [[IV secoło|IV secolo]], all'aula di culto fu aggiunta un'[[abside (architettura)|abside]] e si realizzò un collegamento col vicino mitreo. La basilica fu poi internamente divisa in tre [[Navata (architettura)|navate]] mediante due file di colonne sormontate da arcate. Dietro l'abside erano forse presenti gli ambienti di servizio dei [[pastofori]], come lascerebbero intuire delle aperture sul muro di fondo. Le navate erano, inoltre, precedute da un [[nartece]]. Tuttavia l'impianto è generalmente caratterizzato da una forte irregolarità, a causa dei continui riadattamenti.
Riga 167:
==== Atrio o quadriportico ====
 
Uno di questi era l'[[atrio]] (''atrium''), in forma di "quadriportico", ossia con porticati sui quattro lati, che precedeva l'aula di culto ed era riservato ai gradi più bassi dei catecumeni: gli intercolumni erano chiusi in basso, almeno per alcuni tratti, da cancelli lignei, e riparati in alto da cortine o ''velaria''. La parte centrale scoperta dell'atrio era talvolta occupata da un giardino (''paradisus'') con al centro un recipiente per le abluzioni (''kantharos'') o con fontane su uno dei lati. In qualche caso, sul lato rivolto verso la strada, l'atrio era preceduto da un ingresso monumentale (spesso con la denominazione di [[protiro]]).
 
==== Nartece ====
Riga 284:
Eccezionale è anche la pianta. In san Pietro, a differenza che in qualunque altra chiesa dell'epoca costantiniana, le [[Navata|navate]] non si concludevano nella [[Presbiterio|zona presbiteriale]], ma erano tagliate da un [[transetto]] continuo, con divisioni interne solo alle estremità laterali di quest’ultimo. In asse con la navata centrale, sul transetto s’apriva un'immensa [[abside (architettura)|abside]] che rappresentava una zona autonoma della basilica, con funzioni proprie.
 
Il transetto custodiva la tomba dell'apostolo, che costituiva il centro dell'intero edificio. Elevandosi sopra la corda dell'abside, il monumento era isolato da una cancellata di bronzo e sovrastato da un baldacchino sostenuto da quattro colonne tortili percorse da tralci di vite.
Il vasto spazio del transetto permetteva così di accogliere le folle che accorrevano a venerare il santuario. Solo durante la celebrazione, sembra, il transetto veniva lasciato al clero come se si trattasse di una zona presbiteriale. L'altare doveva trovarsi all'interno della cancellata, in asse con la tomba, ma il Krautheimer è propenso a credere che fosse mobile o che sorgesse all'incrocio fra il transetto e la navata centrale.
 
Traesto fora da Wikipèdia - L'ençiclopedia łìbara e cołaboradiva in łéngua Vèneta "https://vec.wikipedia.org/wiki/Ceza_(architetura)"